Il commercio elettronico non è (solo) una questione di software [parte uno]

Premessa

Negli ultimi anni, grazie alla diffusione della filosofia Open Source e alla facilità di accesso alle informazioni da parte degli addetti ai lavori, ho visto un proliferare di piattaforme gratuite per il commercio elettronico.
Opencart, OsCommerce, Magento, Prestashop sono quelle più conosciute e installate. Ognuna di queste piattaforme ha un seguito consistente di sviluppatori che provvedono all’aggiornamento, alla correzione dei bug e all’inserimento di nuovi moduli.
Molti sviluppatori hanno poi rivenduto tali piattaforme a piccoli e medi imprenditori che volevano una soluzione (relativamente) economica per la vendita dei propri prodotti e servizi su internet.

Ecommerce a 100 euro

Prima di discutere sul prezzo di un sistema ecommerce, è bene ricordare come funziona un apparato economico, come quello occidentale, con cui abbiamo a che fare ogni giorno.
Immaginate di produrre sedie.
Il costo del legno per produrre una sedia è di 20,00 euro.
Il costo per costruirne una è di 10,00 euro.
Il costo totale è di 30,00 euro. La vendete a 40,00 euro e quindi guadagnate 10,00 euro lordi.
Bene, spero che il concetto di costo , ricavo e guadagno sia chiaro.
Nel software, la situazione non è tanto diversa.
Nell’ambito del software, il costo del software (materia prima), se si parla di piattaforme Open Source è trascurabile.
Il costo della “manodopera” invece si limita all’installazione, all’eventuale personalizzazione del software ( alcuni intendono “personalizzazione”, l’inserimento del logo aziendale…), può essere stimato in ore di lavoro.
Ipotizziamo che ci vogliano 2 ore per rendere operativa la piattaforma software.
Se ogni ora ci viene pagata 20 euro (costo più che accettabile, visto che non andate gli sviluppatori non si sporcano le mani come gli addetti alla manutenzione dei treni, oppure come gli addetti alle pulizie), il costo totale lo sviluppatore affronterà è di 40,00 euro.
Se gli sviluppatori (non mi piace chiamarli Web Engineer, Web Master, Web Designer …) il vostro bel pacchetto Open Source di Commercio Elettronico a 100,00 euro, la ragguardevole cifra di 60,00 euro.
Bella cifra per due ore di lavoro, non c’è che dire.
Ma al cliente cosa resta ? E soprattutto  che deve fare l’imprenditore che ha investito 100,00 euro per la sua nuova attività on line ?

Imprenditori sul web all’arrembaggio

Il signor Rossi è un imprenditore. Il suo mestiere è vendere sedie.
Sedie per tutti i tipi di sederi possibili.
Il signor Rossi conosce molto bene il suo business : seleziona i migliori fornitori , contratta  i prezzi più scontati e ha un discreto giro d’affari.
L’imprenditore (che supponiamo sia piccolo) decide di investire 100,00 euro per un sito di commercio elettronico e si rivolge ad una delle tanti webmaster che offre siti web a prezzi alla fatidica cifra da bigliettone verde ( europeo intendiamoci !!! ).
Rossi conosce il proprio settore e le regole del mercato, quindi ora può finalmente tentare l’assalto al mercato cibernetico.
Rossi ha tutto pronto : ha inserito gli articoli a prezzi stracciati, ha caricato immagini e foto rubacchiate da Google Images e soprattutto ha il suo bel sito di Commercio Elettronico funzionante e perfetto.

All’assalto del mercato cibernetico

Dopo la prima settimana non ha ricevuto alcun contatto, nè per email (che ricorda di controllare una sola volta al giorno), nè per telefono (l’unico contatto è quello della compagnia telefonica che cerca di fargli cambiare gestore).
Visto che è passato poco tempo, continua a caricare articoli e a pubblicizzare il sito a modo suo.
Apre una bella pagina Facebook e inizia a caricare foto e slogan del tipo “Settimana dei prezzi scontatissimi sulle nostre sedie“, e contatta i parenti e amici su facebook per poter condividere l’annuncio sulle loro bacheche.
Intanto, nell’attesa di contatti e clienti, gioca un pochino a Farmville e condivide il tutto sulla bacheca dell’azienda.
Passa un mese e contatta colui che gli ha “fatto” il sito.
Chiede spiegazioni sul perchè non riesce a vendere e gli viene risposto che ci vuole tempo.
Dopo un altro mese, finalmente il sig.Rossi riesce ad effettuare la prima vendita tramite il suo fantastico sito.
Il sig.Rossi stampa tutto contento l’indirizzo e inizia la preparazione delle sedie.
Imballa il tutto e con tanto di etichetta personalizzata e si reca all’Ufficio Postale per la spedizione.
Dopo mezz’ora di fila, l’addetto allo sportello gli comunica che non può spedire due sedie con Pacco Celere 3 ( servizio che costa 11,50 euro) per motivi di dimensioni, ma deve usare Pacco Celere Maxi al modico costo di 30,25 euro.
Rossi inizia a bestemmiare : ha fatto pagare la spedizione solo 11,50 euro al cliente, basandosi sul fatto che Pacco Celere 3 fosse la migliore soluzione.
Sicuramente non può telefonare al primo cliente per chiedergli un’integrazione di 18,50 euro.
Un pò imbufalito e incazzato, spedisce le sedie e torna al suo opificio.
Appena tornato, si mette alla sua scrivania, e inizia a fare un pò di conti.
Le sedie presenti sul suo sito internet hanno un prezzo stracciato ( perchè bisogna fare la battaglia sul prezzo) e ci guadagna solo 10,00 euro a sedie. Quindi, se la matematica non è un’opinione, la sua prima vendita internet gli è costata 1,50 euro (senza contare l’imballaggio e il tempo perso in posta).
Bel modo di assaltare il mercato.

Cercasi Clienti Virtuali Disperatamente

Il sig.Rossi deve prendere delle decisioni : aumentare il prezzo delle spedizioni oppure aumentare il prezzo delle sedie.
Inizia ad avere dei ripensamenti sul mercato virtuale :”ma come hanno fatto tutti quelli che vendono su www.sediepertuttiisederi.com a vendere così tanto ? Come fanno ad offrire spedizioni sempre vantaggiose ? Eppure i miei prezzi sono migliori dei loro !!!“.
Sconfortato, il sig.Rossi prende la decisione di aumentare il costo delle spedizioni.
Non contento, prende la cornetta del telefono e chiama il webmaster che gli ha propinato il sito per 100,00 euro.
Si incazza e minaccia il webmaster di fare qualcosa, altrimenti chiamerà la polizia postale (questa magiche parole gliele ha dette il fidanzatino di 20 anni della nipote, che stranamente ha la stessa età del webmaster).
Il webmaster, sebbene se ne freghi della polizia postale, sfrutta un pò di pubblicita gratuita AdWords di Google per far arrivare un pò di clienti (i famosi coupon da 75,00 euro) al sito del signor Rossi.
Finalmente qualcuno nota il sito del signor Rossi.
Peccato che si tratti dell’Agenzia delle Entrate che , dopo un controllo, notifica una multa al signor Rossi per non aver presentato il modulo COM 6 BIS per il commercio elettronico.
Ebbene si,  Rossi , vendeva senza licenza e senza aggiornamento della partita iva, sul web.
Naturalmente il piccolo imprenditore è alquanto incazzato e vuole lo scalpo del webmaster, colpevole, a suo avviso, di non avergli detto tutto ciò.

Bandiera Bianca sui mari delle vendite on line

Il signor Rossi ha ricevuto una bella batosta dall’Agenzia delle Entrate, e ha issato la bandiera bianca.
E’ deluso, scocciato e incazzato.
Non vuole più sentire parlare nè di commercio elettronico, nè tantomeno di pacchi, multe e di email.
Continuerà a vendere le sue sedie come ha sempre fatto.
Il suo bilancio in sei mesi di commercio elettronico è stato :
* 4 sedie vendute
* 17 email da parte dei clienti
* 150 euro di ricavi
* 60 euro di spese di spedizione
* 1 multa da parte dell’agenzia delle entrate.
Perchè è successo tutto ciò ?
Nella seconda parte dell’articolo scoprirete perchè.
(tra una settimana su questi schermi )

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Servizi Statistiche Siti Web : ovvero come traccio i miei utenti (parte uno)

Prefazione

Ho 34 anni e se avete dato uno sguardo alla sezione Chi Sono , dove c’è una breve mia biografica professionale, avrete capito che ho a che fare con il mondo del web da un pò di tempo.
Nel 1996 ho sviluppato la mia prima pagina html sul servizio GeoCities , prima che venisse acquisita da Yahoo (ebbene si, si parla di quando Internet aveva ancora la coda e si muoveva come una simpatica scimmietta tra i rami delle connessioni dial-up a 14.4 bps).
Nel 1999 ho sviluppato il mio primo website personale, oramai perso nei meandri dei server InWind.
Verso la fine del 2000 ho iniziato a lavorare come webmaster “affiliato” per una nota società dot com italiana (Supereva - Dada ).
Ho sviluppato un sito, dedicato alla bellezza femminile, che al momento della sua chiusura contava 5000 visitatori unici al giorno e ben 50.000 pageview giornaliere.
Per arrivare ad un traguardo del genere, oltre a tecniche di web marketing primordiali e rudimentali tecniche SEO (e si parla della prima metà degli anni 2000) , bisogna saper interpretare alcuni numeri e alcune parole.
Questi numeri e parole, sono quelle delle statistiche del proprio sito.

A cosa servono le statistiche in un sito web ?

La domanda è più che legittima e alquanto retorica.
Servono a monitorare l’andamento del sito, a tracciare gli utenti e le loro preferenze, e soprattutto a correggere/aggiungere contenuti che i visitatori si aspettano dal proprio sito web, per far aumentare gli accessi.
I parametri più importanti di un sito web sono i seguenti :

  • Visitatori Unici
    Per visitatore unico si intende un utente che accede ai contenuti di un sito all’interno di un determinato intervallo temporale (di solito si intendono le 24 ore, oppure un’ora).
    La tracciatura è data dall’indirizzo IP dell’utente e dalla presenza di cookie avente come intervallo temporale quello sopra citato.
    Se visitate 13 volte in un’ora dal vostro pc il sito www.velocino.it, un servizio di statistiche “serio” vi traccerà come un singolo visitatore e non come 13.
    Questo parametro è il principale “metro” per la misura di un sito web.
  • Pageview (o Pagine Visitate)
    Naturalmente un utente può visitare diverse pagine: questo parametro indica il numero totale di pagine viste.
    E’ un parametro alquanto importante quanto il precedente, in quanto, permette di dare una spiegazione logica dell’andamento del sito.
    Faccio un piccolo esempio per intenderci :
    Avete sul vostro sito web 15 visitatori unici giornalieri e 30 pagine viste. Questo vuol dire che ogni visitatore guarda in media 2 pagine del vostro sito.
    Se avete un sito composto da 5 pagine, vuol dire che il vostro sito è visitato “mediamente” bene.
    Se invece il vostro sito è composto da 50 pagine e ogni persona ne guarda soltanto 2, vuol dire che dovete correre ai ripari.
  • Indirizzi IP
    Se siete arrivati a questo punto, credo che sappiate tutti cosa sia un indirizzo IP.
    Per i pigri c’è wikipedia che ve lo spiega ( Indirizzo IP ).
    Un indirizzo IP è un identificativo composto (nella versione 4) da 4 numeri (numerati da 0 a 255) che identificano un dispositivo collegato ad Internet.
    Esistono IP dinamici (che cambiano ogni volta che accendete il modem/router) e IP statici (che vengono assegnati in maniera univoca ad una persona / società / Ente).
  • Siti di Provenienza
    E’ un’indicazione su quale sito ha portato visitatori verso il vostro sito web.
    Serve soprattutto a capire come i visitatori sono arrivati sul vostro sito.

Come faccio a conoscere le statistiche del mio sito ?

Esistono diverti tipi di servizi statistiche gratuiti.
Se siete alle prime armi e non siete troppo maliziosi, vi consiglio Google Analytics e Shinystat : sono gratuiti, funzionali, usabili e di facile installazione.
Personalmente non li uso mai da soli, per un semplice motivo : perchè dovrei regalare a Google o altri i dati sul mio lavoro ?
O (peggio ancora) perchè deve essere solo Google ad avere le statistiche del mio sito ?
Mi spiego meglio : nonostante questi servizi offrano una facile esportazione dei dati, i dati stessi (visitatori unici, pagine viste, etc…) risiedono sui loro server e non saprò mai se sono veritieri o meno.
E se qualche IP è filtrato o peggio ancora schermato a tali statistiche ?
Visto che si parla di dati sensibili, è sempre meglio non fare affidamento a servizi che risiedono su altri siti.
Esiste un tool gratuito, basato su php e mysql, che permette di installare sul proprio server un servizio di statistiche superbo, completo e soprattutto preciso (riguardo ai dati dei visitatori).
Tale servizio si chiama Php-Stats ed è scaricabile gratuitamente.
Personalmente lo consiglio, anche se l’installazione non è semplice e i parametri da configurare possono disorientare un webmaster alle prime armi.
Io lo uso da oltre 10 anni e per non abbandonarlo, avrò i miei buoni motivi, anzi ottimi.

Come faccio ad interpretare le informazioni sugli utenti del mio sito ?

Innanzitutto, chiariamo un aspetto : noi comuni mortali, non possiamo  risalire alla persona fisica che c’è dietro un indirizzo ip. Questo è compito dei provider internet e della Polizia Postale.
Noi ci possiamo limite ad avere, per sommi capi, un identikit del visitatore di una determinata sessione di navigazione sul nostro sito.
Un servizio che permette di risalire , almeno a chi fornisce un determinato indirizzo ip, si chiama WHOIS. Tale servizio è gratuito e di facile utilizzo (è sufficiente inserire un indirizzo ip e il sistema restituisce una serie di informazioni).
In Php-Stats, questo servizio è integrato tramite una serie di link diretti a siti che svolgono questo servizio.
Allego una serie di screenshot dei dettagli dei visitatori di questo sito :

  • Esempio Numero 1 : Ip Dinamico
    Esempio numero 1 : visitatore con ip dinamico

    visitatore con ip dinamico

    Vediamo come interpretare questi dettagli : un visitatore avente indirizzo ip 93.33.243.5 alle 17.31.44 del 21 settembre 2011 è giunto sul sito www.velocino.it con la seguente chiave di ricerca “esempio opencv caricare immagine” tramite il motore di ricerca Google.it.
    Ha visitato prima la home pagine e poi ha visitato la pagina relativa alla libreria highgui di opencv.
    Se effettuiamo un whois dell’indirizzo ip in questione otteniamo quanto segue :

    Dettagli Whois Visitatore Ip Dinamico

    Dettagli Whois Visitatore Ip Dinamico

    Come possiamo notare, è un indirizzo IP dinamico rilasciato da Fastweb che non ci permettere di risalire alla persona/ente/società.
    Sappiamo però ciò che ha visitato e magari ci (mi) invoglia a scrivere qualche nuovo articolo sulla computer vision.

  • Esempio Numero 2 : IP Statico
    Esempio visitatore Ip statico

    esempio di visitatore con ip statico

    Qui le cose iniziano a farsi più carine.
    Innanzitutto sappiamo che qualcuno che conosce il sottoscritto, ha scritto il mio nome e cognome come chiave di ricerca.
    Il fornitore di servizi è Eutelia e l’ha visitato alle 16.09.11 del giorno 19 luglio 2011 .
    Da un’interrogazione whois di tale ip risulta che :

    whois IP Statico

    whois IP Statico

    Ma guarda un pò : il visitatore proviene da SESM SCARL, ovvero un consorzio di Finmeccanica, avente sede a Giuliano (NA) . Presso questo consorzio io ho lavorato per oltre un anno. Quindi la logica mi fa presupporre che qualcuno che mi conosce, ha voluto vedere che fine avevo fatto (poteva anche scrivermi un’email volendo :D )
    Naturalmente non sono riuscito a risalire alla persona, perchè magari l’indirizzo IP è quello relativo a tutta la rete aziendale.

Nella seconda parte dell’articolo,  che verrà pubblicata nei prossimi giorni, analizzerò le conseguenze di tale raccolta di dati.

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Sakai : tutti insieme per l’insegnamento digitale

Uno dei campi che, grazie all’avvento delle nuove tecnologie informatiche a basso costo, ha visto svilupparsi in maniera esponenziale è quello dell’insegnamento.

Facciamo qualche passo indietro per vedere come gli studenti di pochi anni fa, riuscivano ad seguire corsi universitari e a reperire materiale per il proprio corso di studi.

Fino a pochi anni fa, la presenza il contatto diretto tra studente e professore all’interno durante le lezioni, era qualcosa di particolarmente standardizzato e abbastanza poco flessibile.

Si pensi a tutte le difficoltà a cui andavano (e in molte atenei italiani, vanno tutt’ora) sia gli studenti , che i professori, che il personale amministrativo.

La gestione “fisica” delle aule, la drammatica fase del rilascio del materiale didattico, l’affollamento delle lezioni e la difficoltà di poter offrire agli studenti (e anche al pubblico esterno) una qualità di servizio che sia degna di tale nome, sono solo parte degli aspetti critici legati alla logistica dell’insegnamento.

Naturalmente, l’informatica (intesa come automazione dell’informazione) può venire incontro alle esigenze degli operatori di questo settore (studenti, professori e personale tecnico/amministrativo).
sakai-e-learningProprio per venire incontro a tali esigenze, nel 2003, quattro università statunitensi (MIT, Michigan, Stanford e Indiana) hanno deciso di unire le parte delle proprie risorse umane e finanziare per dar vita al progetto SAKAI.
SAKAI è una piattaforma di collaboration learning (Collaboration Learning Environment). Tale piattaforma è completamente open source ed è destinata agli ambienti universitari (naturalmente le applicazioni possono essere diverse, anche per esempio per enti di ricerca pubblici o privati) e supporta sia le attività degli studenti, che degli insegnanti che dei ricercatori.

Attualmente il progetto SAKAI coinvolge oltre 350 organizzazioni scolastiche e universitarie, sia pubbliche che private.

Chi volesse approfondire l’argomento, è disponibile il sito ufficiale del progetto : http://sakaiproject.org/

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